Francesca De Sanctis, nel descrivere la sua vicenda che l’ha portata dall’avere un posto fisso in una importante redazione a essere una freelance, descrive la disillusione di tutti coloro ai quali era stato promesso che l’impegno e la costanza sarebbero stati ripagati, quelli che hanno sempre creduto nel lavoro e nella dignità che offre.
#recensioneletteraria
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“Urla sempre, primavera”, è il romanzo di Michele Vaccari pubblicato da NN Editore. Una recensione a cura di Matteo Candeliere
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Carnival Love è una violenta, aggressiva, micidiale e segreta storia d’amore.
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“Non ho mai più avuto amici come quelli che ho avuto a 12 anni” è una delle citazioni più celebri di Stand by me – ricordo di un’estate, un film che è diventato un cult per varie generazioni di spettatori. L’estate che invece Jaime Fountaine racconta nel suo romanzo d’esordio è quella brutale e realistica di una tredicenne della periferia statunitense
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La parabola dei ciechi di Hofmann, anche se scritto più di quattrocento anni dopo dell’omonimo dipinto di Bruegel il Vecchio, ne è la genealogia narrata, la rappresentazione scritta di come sei ciechi sono diventati arte.
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“È difficile raccontare l’Iran senza indulgere nell’occidentalismo della “sorpresa”, della “scoperta”, delle “piacevoli rilevazioni” “al di là degli stereotipi”. “Non volevo smontare stereotipi”, risponde Mahsa Mohebali, autrice di Teheran girl. “Eppure non c’è riga del tuo romanzo che non stupisca”, commenta la giornalista”.
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I buoni propositi sono fatti per essere disattesi. Ad esempio, per il 2021 mi ero ripromessa di leggere solo libri scritti da donne ma poi mi sono imbattuta in Luce d’estate ed è subito notte dell’islandese Jón Kalman Stefánsson, e posso dire che non leggerlo è Peccato. L’ho finito con la stessa soddisfazione di chi infrange una dieta mangiando una fetta di Foresta Nera in uno sciccoso bar del centro, seduta su un divanetto di velluto rosso e con un cameriere in livrea che ti porta il caffè.
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La Secci scrive e incontra Boe come Carrére scrive e incontra Limonov, ma se lo scrittore francese si immerge nel mondo e nell’esistenza del criminale russo, arrivando a compromettere sé stesso e la sua moralità (definendo così un suo modo di fare letteratura), la Secci sceglie di mantenere una giusta imparzialità, lasciando al lettore l’ultima parola sul criminale sardo, seguendo così un’operazione letteraria e giornalistica che, sotto certi aspetti, è riuscita, ma sotto altri lascia un vuoto, un senso di incompletezza
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“Con il suo romanzo d’esordio, la giovanissima Anja Trevisan (1998) si confronta col tabù sociale della pedofilia e lo svincola, con estrema sensibilità e delicatezza, dalle rappresentazioni dominanti. (…) Con un esordio che è un capolavoro, Trevisan contestualizza la pedofilia in un immaginario del tutto nuovo, eppure, forse, più realistico: perché i mostri non esistono, né gli orchi, i boschi sono bui solo di notte e i lupi non mangiano le bambine”.
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Sotto ogni albero natalizio ci sono il panettone aziendale glassato al limoncello, i calzettoni della zia, la calzatura ergonomica per quel tendine infiammato che ti fa impazzire e lui: Il Troiaio. E se amici e parenti sanno che ami leggere, c’è una buona probabilità che Il Troiaio si presenti sotto forma di libro. E noi di IMON abbiamo recensito per voi i nostri migliori Troiai.
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Come si è posizionato Giommoni di fronte all’orrore dell’immigrazione contemporanea? Con una favola che non è una favola, esattamente come un mare che non è solo un mare, ma anche una vasta distesa di lacrime.
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Elena inizia a cercare la madre e, al tempo stesso, a indagare i suoi ricordi: indagine del presente e indagine del passato, di un incidente che ha lasciato cicatrici profonde, indelebili e brucianti.