Consigli di lettura: le nostre strenne rivogate

di Il Mondo o Niente

C’è chi dice la vera gioia sia il dare, ma noi pensiamo che anche il ricevere non sia un’esperienza così terribile. Il Natale è quindi un gran bel momento, per l’una e per l’altra cosa. Purtroppo, sotto ogni albero natalizio, ci sono il panettone aziendale glassato al limoncello, i calzettoni della zia, la calzatura ergonomica per quel tendine infiammato che ti fa impazzire e lui: Il Troiaio. E se amici e parenti sanno che ami leggere, c’è una buona probabilità che Il Troiaio si presenti sotto forma di libro. Noi de Il Mondo o Niente di troiai ne abbiamo ricevuti fin troppi ma, dato che a Natale siamo tutti più buoni, abbiamo deciso di non tenerli per noi ma rivogarli a voi, nella miglior tradizione delle riffe dell’orrore tra amici che, ufficiosamente e un po’ in sordina, seguono il tradizionale scambio di regali in famiglia. Dunque, cari lettori, a voi non rimane che pescare un numero da 1 a 7 – estraetelo, estrapolatelo dai vostri sogni, chiedetelo alla nonna, come vi pare – e scoprite quale temibile Troiaio Letterario vi è toccato in sorte, grazie alle nostre micro-recensioni.

1. Annamaria Miscuglio, Un Ringraziamento rosso sangue (Ed. Fango&Cash) – Pippa e Alduino sono entrambi muti dalla nascita e cresciuti in due famiglie disfunzionali.
Si incontrano durante un tentativo di furto in una banca, di cui entrambi sono clienti, e si innamorano, complice l’eroismo inimmaginabile di Pippa che, a gesti, riesce a convincere i rapinatori a desistere.
Pippa è rimasta orfana in giovane età, Alduino avrebbe preferito, ma invece, purtroppo per lui, ha ancora i genitori: due loschi trafficanti di organi. I genitori di Alduino, sadici e perversi, decidono di uccidere Pippa e di venderne gli organi, approfittando del fatto che lei è sola al mondo e nessuno verrà a richiederne notizie.
Alduino capisce però il piano e decide di liberarsi degli orrendi genitori. Mette a parte del piano la sua amata Pippa, ovviamente a gesti.
In una serata apparentemente tranquilla, per festeggiare il Ringraziamento, i genitori crudeli invitano a cena Pippa, convinti di portare a termine il loro intento efferato. Alduino però, con l’aiuto di Pippa, riesce a farli fuori a colpi di tacchino (un tacchino abnorme, acquistato per l’occasione). Eliminati i due, Alduino e Pippa ripuliscono tutto dagli ettolitri di sangue, mettono i cadaveri nei sacchi e finiscono di mangiare la cena del Ringraziamento.
Ma ecco che il romanzo rivela il suo colpo di scena: uno dei sacchi si muove, come in preda alle convulsioni, i due innamorati restano impietriti, convinti che il padre non sia morto. E invece dal sacco squarciato esce un piccolo alieno, che covava nello stomaco del trafficante di organi, tenero e amichevole. Pippa e Alduino decidono di adottarlo e tutti e tre vivono felici e contenti.
Il romanzo, con il pur pregevole tentativo di sensibilizzare sul tema dell’amore e disabilità, finisce per essere abominevole nei particolari e demenziale nella trama. Spicca tuttavia nei dialoghi, del tutto assenti.
Il regalo perfetto per i vostri amici che non sanno leggere.

Classica lettura natalizia

2. Valeria Brambilla, Gibbosa Calante (Edizioni Opossum) – Pubblicato per la prima volta dieci anni fa, Gibbosa Calante è stato per anni definito il “Twilight del Nord-est”. Il libro racconta la storia di Clarissa, una sedicenne che vive in una cittadina montana del Friuli. A scuola non brilla, non ha molti amici e i pomeriggi li passa in camera sua ad ascoltare i Backstreet Boys oppure in cucina con Lodovico, il fratello più grande, tra pentole e fornelli, immaginando un giorno di fuggire dalla provincia e aprire un ristorante in una grande città. Questa monotonia viene interrotta quando, una mattina di ottobre, si presenta nella sua classe William, uno studente inglese che si è appena trasferito con la famiglia. Appena lo vede, Clarissa sente il cuore battere forte nel petto ma sa che i suoi sentimenti non saranno mai ricambiati: come può un ragazzo così bello e affascinante, dai capelli corvini, gli occhi di ghiaccio e la pelle candida, guardare lei, una ragazzina sovrappeso con problemi di acne? E invece William, tra tutte le ragazze della scuola, cerca proprio la compagnia di Clarissa, e i due iniziano a passare i pomeriggi insieme, tra lunghe passeggiate nel bosco e chiacchierate nella piccola teeria del centro storico. Clarissa comincia a prendere fiducia in se stessa, pensa finalmente di aver trovato l’amore ma un giorno William le rivela un terribile segreto: è un vampiro, è gay ed è innamorato di Lodovico. Clarissa vedrà così i due scappare insieme per vivere la loro storia d’amore immortale, mentre a lei non rimarrà che tornare alla sua trista vita di periferia.
È un libro nato con le migliori intenzioni e che voleva trattare argomenti scottanti come il bullismo e l’omosessualità, ma di controverso ha solo l’uso sconsiderato che l’autrice fa della consecutio temporum. Vi consigliamo quindi di tenere questo testo lontano dalle giovani generazioni, ma pare che loro ci abbiano già pensato da sole. Nota positiva: gli intermezzi culinari, che permettono di scoprire alcuni piatti tipici friulani, come il risotto allo sclopit e il boreto alla graisana.

3. Karen Shine, Missiva confidenziale (Ed. Disharmony) – Blake Lovely, avvenente segretaria appena maggiorenne, ha una singolare facilità a perdere il lavoro, peraltro per motivi inspiegabili e in nessun modo riconducibili alla sua persona, come nel caso della tastiera del pc aziendale dai tasti misteriosamente incollati di smalto glitterato. Come perde un impiego, però, sempre per ragioni insondabili e a null’altro riconducibili se non al fato, ne trova subito un altro. È con questa successione di quelli che potremmo chiamare speed date lavorativi che Blake finisce per imbattersi in Thorne Johnson, il dirigente d’azienda più temuto in tutta Manhattan, che, nonostante le guanciotte rosee, gli occhioni da cerbiatta e l’adorabile ingenuità di Blake, pare detestarla con tutte le fibre del suo essere. Ma il destino è in agguato. Un giorno Blake sta scrivendo un messaggio molto hot diretto al suo fidanzato del momento, ma, forse a causa dello smalto fresco, sbaglia a digitare e lo invia a Johnson. Il resto della storia di questo gioiellino del romance è sorprendente e del tutto inaspettato e ne lascio a voi la scoperta, limitandomi a una raccomandazione: non lasciatelo in giro in presenza di minori.

Consigli di lettura
Potete usare i vostri Troiai anche come addobbi natalizi

4. Jurgen P. Duncan, La signora bene (PeepBook Edition) – La medicina tradizionale ha fallito e allora non resta che il voodoo. Una signora bene di Londra cerca di resuscitare la figlia morta in un incidente automobilistico portando il piccolo cadavere in una misteriosa isola caraibica. Là si innamora di un barista, dimenticandosi della figlia. I due si godono le bellissime spiagge bevendo latte di cocco. Poi, non si sa come, anche il barista muore. La signora bene torna dal cadavere della figlia, che ha lasciato in un sacco di plastica nero in albergo, ma proprio in quel momento scoppia una bomba in città: sono i guerriglieri scesi dalle campagne. Non si sa contro cosa o chi combattano. Trovano la signora bene di Londra, che ora si veste come una teenager, e le chiedono di unirsi a loro. Lei afferra un fucile e scopre se stessa, dimenticandosi ancora una volta la figlia morta in albergo. Poi boh, ho smesso di leggerlo: ero a pagina 15 e me ne aspettavano altre 589. Ma in quelle poche pagine che sono riuscito a leggere succedevano così tante cose e in modo così sconclusionato che talvolta, nelle fredde e solitarie notti d’inverno, fantastico di regalarlo a qualcuno, mentre una risata satanica sale su dalle profondità del mio essere.

5. Channarong Charnmanoon, Disgrazia! (Ed. Mannatchiaate) – Ottocentoventidue pagine, di cui metà scritte da destra a sinistra, 40 protagonisti, ognuno dei quali indicato con una diversa colorazione di pagina, 15 font diversi e una copertina di marmo puro: ecco a voi Disgrazia!, l’ultimo esperimento letterario di Channarong Charnmanoon, il più importante autore thailandese vivente. La storia si sviluppa attorno alla ricerca di un orecchino d’oro che Madame Grasshopper perde il 29 luglio 1854 prima di una serata di gala dove troverà la morte per insufficienza di prove. Il primo a cercalo è il marito, convinto che sia stato proprio il ritardo dovuto alla ricerca spasmodica dell’orecchino da parte della donna, ad aver modificato il destino di entrambi. Ma la storia entra ben presto nel genere sci-fi quando Lord Grasshopper vede aprirsi ai piedi del suo letto a baldacchino un passaggio da cui sbuca Lontz, che si qualifica come detective temporale e lo convince a seguirlo, se ha cara la vita. Quell’orecchino, gli spiega, rappresenta l’inizio e la fine di tutto, un artefatto ancestrale i cui poteri sono rimasti dormienti per migliaia di anni e si sono poi ridestati grazie a Madame Grasshopper. Da quel punto in avanti la loro missione sarà trovare il prezioso gioiello prima di chiunque altro, per scongiurare la fine dell’universo. Da anni incomprensibilmente in vetta alle classifiche di vendita in Italia, Charnmanoon scrive il capitolo finale di quella che i critici hanno definito la Dodecalogia del disagio, costruendo come al solito un mistero all’apparenza inestricabile, ma in realtà di facile svelamento leggendo attentamente le prime pagine (spoiler: l’orecchino si trova dietro la teiera in salotto, ma a nessuno viene in mente di guardarci, eddai…). Cosa vuole dirci l’autore? Non è dato sapere, ma in un’intervista rilasciata alla rivista Bitcoinbamboo ha confidato di essersi ispirato al buco di sceneggiatura di Star Wars che riguarda il droide R2-D2.

6. Massimo Ragù, Compendio dalla Polvere (Questeprimizie edizioni) – Massimo Ragù aveva un sogno: scrivere un libro che sarebbe finito sugli scaffali di un negozio dell’usato. Appassionato da sempre dell’eredità dei libri abbandonati, del loro continuo migrare da libreria a libreria, e della sala d’aspetto (i negozi dell’usato, per l’appunto) dove i libri attendono nuove fioriture e nuovi domicili, non c’è voluto molto per arrivare a Compendio dalla polvere, primo e ultimo romanzo, per ora, del Ragù, che, quando nel 1987 gli hanno chiesto perché avesse scelto proprio la parola polvere, ha risposto: “Perché sulla polvere ci possiamo scrivere”.
Ma un libro non ti finisce in un negozio dell’usato da solo, questo, il Ragù lo sapeva bene; per questo Compendio dalla polvere è un unico grande romanzo, una viscosa minestra, contenente tutte le trame e i generi che si possono trovare sulla mensola di una bottega delle pulci. C’è la storia d’amore apparentemente complicata che diventa semplice, poi non corrisposta, ma anche se si soffre il dolore è bello. Ci sono degli omicidi che sembrano irrisolvibili, tutti commessi in paesini freddi e innevati, sui quali indaga un non così vecchio detective, pieno di rimorsi e calcoli renali causati dall’alcol con il quale prova ad ammazzare i ricordi che però tornano sempre a galla. Accompagnato nelle indagini dall’amica escort, che senza saperlo è l’ultima discendente di una dinastia di cavalieri templari che combatterono i vampiri nichilisti, scopre una cospirazione mondiale che vede coinvolti un’effigie di Padre Pio apocrifo, l’ipotesi P=NP e l’ormai inconsapevole Černyševski. Forse tra le righe c’è anche una causa legale con una multinazionale del tabacco ma la cosa sicura è che, con un colpo di scena tra i più inaspettati, l’indice del libro diventa un almanacco della pesca col frustino, dalle antiche pratiche dei Nukak della Colombia coloniale agli echi delle rivolte accadute, durante la finale del campionato regionale di pesca, a Saigon nel 1977.
Inutile dire che Massimo Ragù ha realizzato il suo sogno.

Non è vero che quello che conta è il pensiero. Lo dice anche Knut lo Gnomo

7. Neri Scopellini, Storia mostruosa di un gruppo di persone che fanno sesso rinchiuse in un palazzo grandissimo, alcune sono costrette, altre lo fanno controvoglia, tutte alla fine muoiono (I Diti Editore) –
Neri Scopellini ci prova una seconda volta. Dopo “ ”, il libro senza titolo che lo ha reso celebre per fissare l’interlocutore sbarrando gli occhi e senza aprire bocca, lo Scopellini tenta la strada opposta. Storia mostruosa di un gruppo di persone che fanno sesso rinchiuse in un palazzo grandissimo, alcune sono costrette, altre lo fanno controvoglia, tutte alla fine muoiono è un titolo che, di fatti, riassume 864 pagine e racconta l’intera storia. L’autore fiorentino sostiene di non essersi fatto spaventare dalla timida ricezione di “ ” (che qualcuno sostiene non sia mai stato neanche stampato), e a chi gli chiede se ha rinunciato all’avanguardia del suo esordio, lui sbatte gli occhi, sorride e se ne va.
Dallo sperimentalismo formale del suo primo libro, lo Scopellini sembra essere passato al romanzo ottocententesco nello stile e le cronache di Bruno Vespa nei contenuti. Questo lungo romanzo è la storia di sette persone, quattro donne e tre uomini, di cui un minorenne maschio e due donne di rispettivamente 73 e 87 anni. Per motivi che non vengono mai chiariti, i sette si ritrovano in un unico grande, grandissimo palazzo, descritto minuziosamente in ogni angolo e pertugio secondo gli insegnamenti dei grandi romanzieri russi. Più o meno a pagina 14, il gruppo inizia a fare sesso: spesso tutti insieme, a volte a coppie, ogni tanto in cinque o sei – “ma mai in tre o quattro”, chiarisce serissimo lo Scopellini. È intorno a pagina 37 che si verifica il plot-twist: senza un apparente motivo, una delle donne accoltella un uomo. Nelle restanti 827 pagine, il gruppo continua a fare sesso, ad accoltellarsi, e alla fine tutti muoiono, come dice il titolo.
Lo Scopellini è riuscito a far parlare di sé persino con questa trama. In una lunga e disturbante sequenza, la signora di 73 anni fa un massaggio ad uno degli uomini che lamenta una terribile cruralgia, l’infiammazione dell’interno coscia. Approfittando della vecchia e mentendo sulla posizione del dolore, l’uomo si fa massaggiare a lungo il pene. Quello che sembrerebbe uno dei passaggi peggiori del libro è in realtà al centro delle accuse di plagio che stanno attanagliando lo Scopellini: è con una scena molto simile che si apre infatti Fedeltà di Marco Missiroli, vincitore del Premio Strega Giovani nel 2019.
Il libro perfetto per gli amici aspiranti scrittori: l’avanguardia è ricca di insidie, ma anche opportunità. Ci sarà sempre qualcuno che ha fatto peggio di voi.

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[Immagine di copertina di anncapictures da Pixabay; seconda immagine di RosieLea da Pixabay; terza immagine di Kylie D’alessandro da Pexels; quarta immagine di Couleur da Pixabay].

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