“Fonderie. Fumi viola, tossici e nauseabondi, ma bellissimi come spettacoli pirotecnici agli occhi di una bambina. Vetri rotti colorati dalla luce, tanti colori diversi che trasformano cortili abbandonati in caleidoscopi di meraviglie stupefacenti”.
Maggio 2021
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“Io e Bruegel il Vecchio ultimamente ci incontriamo spesso, forse prima o poi capirò perché. È successo ne La parabola dei ciechi di Gert Hofmann. È successo di nuovo ne La quercia di Bruegel di Alessandro Zaccuri, e in entrambi i casi sfogliare le pagine è stato un po’ come camminare in un’opera d’arte”.
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di Matteo Candeliere
“Prima di lasciare l’appartamento deve capire se è necessario davvero.
Non c’è un amico a cui chiedere, ad esempio, o una vecchia zia di cui può approfittare? Cammina su e giù per il corridoio, scalzo per non fare rumore. Al piano di sotto vive una famiglia che è meglio non sappia della sua presenza. Si ferma davanti allo specchio dell’ingresso per l’ennesima volta. Una chioma di capelli ricci neri e densi come catrame gli avvolge la testa”. -
Sangue di Giuda, Graziano Gala, minimum fax, 2021
“Mi hanno sempre insegnato che l’italiano standard è quello derivato dal toscano e ovviamente questa è un’asserzione risorgimentale e accademica molto discutibile, ma pensare al coraggio che uno scrittore deve avere per narrare in dialetto mi fa quasi tremare”.
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“Lo smartphone vibra con due sequenze brevi e ravvicinate. È un messaggio. Allungo la mano sul comodino per prenderlo. Impiego qualche secondo per mettere a fuoco lo schermo. È mio fratello. Dice di esser uscito presto questa mattina, si scusa per non avermi aspettato, ma aveva urgenti impegni di lavoro. Mi suggerisce di prendere la macchina di nostro padre per raggiungere la camera mortuaria: “è ferma da mesi, ma funziona”. Rispondo con un semplice “ok” “.
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Sotto la Mole – Libri
L’insegnamento della scrittura creativa, tra alchimia, musica jazz e martellate.
Considerazioni attorno alla scrittura creativa partendo dalla lettura dei pamphlet di Vanni Santoni e Alfio Squillaci
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di Oscar Palessa
“La punta di grafite attraversa la salita impervia del primo movimento senza intoppi, con il secondo crea il corpo di lettera, abbraccia il vuoto in una regolarità semicircolare, un dito medio contro Giotto e i suoi cerchi: una perfetta “a” corsiva è la prova d’artista definitiva. Mentre la testa si tende verso l’idea pura della lettera, la presa accompagna il pensiero, riflette l’estensione in tensione”.