Scusate per l’incendio, è il mio terzo giorno – “Radical Choc” di Raffaele Alberto Ventura

di Alexander Onoff

Radical Choc. Ascesa e caduta dei competenti, Raffaele Alberto Ventura, Einaudi, 2020

Il compito di raccontare il presente sembra sempre più una questione da girone dei social. Per polarizzare il dibattito su una qualunque questione basta un post, una condivisione, poi cento, poi mille, ed ecco che il dibattito stesso si trasforma nella questione. Attendere 24 ore prima di far sentire la propria voce può, in questo contesto, rappresentare un atto eversivo, quasi rivoluzionario. Come si posiziona, dunque, nell’attuale multiverso social il lavoro di Raffaele Alberto Ventura, coltivato per 8 anni manco fossimo nell’Illuminismo e ora esploso in tutta la sua tremenda lucidità con una (momentanea) trilogia che ha inizio con Teoria della classe disagiata (Minimum Fax, 2017, 262 p.)? La parola da cui partire è: competenza. La classe borghese, intesa come quel gruppo di individui che, come canta Giovanni Truppi, vuole avere “sempre un po’ di più / un pochino di più / un pochino di più”, ha fondato il suo status sempre più sulla specializzazione al fine di rispondere alle esigenze di sicurezza della tecnostruttura. Scelta saggia? Difficile dirlo, certo è che il punto non è più se la competenza sia giusta bensì se sia sostenibile.

Da questa premessa muove l’ultimo libro di Ventura dal titolo evocativo — come d’altronde tutti gli altri, a partire dal già citato primo capitolo, rilettura della classe agiata di Thorstein Veblen — Radical Choc. Ascesa e caduta dei competenti (Einaudi, 2020, 248 p.). Con uno stile divulgativo, che non lesina riferimenti a grandi classici o cult della cultura pop a partire dal cinema, Ventura seleziona e mescola teorie, eventi e sequenze al fine di colpire al cuore il lettore con ciò che, apparentemente, dovrebbe già sapere. Ad esempio che il sistema meritocratico seleziona individui sulla base di indizi professionali e personali che poco hanno a che vedere, horribile dictu, proprio con il merito; oppure che la classe dei competenti, sviluppatasi compiutamente nel Novecento per ridurre, se non azzerare, l’incertezza oggi non solo non è in grado di garantire lo stesso livello di sicurezza del passato, ma richiede un costo enormemente più elevato per essere formata; o, ancora, che spesso la sua azione ha degli effetti collaterali incontrollabili, definiti iatrogeni, ovvero provocati dalla sua incessante tensione a risolvere problemi sempre più complessi.

Come è possibile, infatti, che il tetto e la flèche della cattedrale di Notre-Dame siano andate a fuoco il 15 aprile del 2019 per un banale cortocircuito elettrico? Perché, spiega Ventura con una semplicità disarmante, l’addetto alla sicurezza era stato assunto da tre giorni e non poteva essere in grado di leggere correttamente il codice di pericolo inviato dal supertecnologico sistema di sorveglianza, ritardando così l’arrivo dei pompieri. In nessuna epoca storica la spesa per la gestione e il controllo della cattedrale è stato anche solo paragonabile a quello attuale e, allo stesso modo, in nessun epoca storica il costo per formare la variabile umana “competente” è stato così alto. Il risultato è un allarme ultra-preciso lanciato da una macchina, che non poteva essere interpretato adeguatamente dalla persona deputata al controllo. Il declino dei competenti, cavallo di battaglia dei vari populismi, per Ventura rappresenta la sconfitta di un’idea di società e di sviluppo; “economia e politica — scrive nell’epilogo — si trovano abbracciate nella caduta…il nostro tempo è passato e il mondo in cui siamo cresciuti appartiene già a ieri”: un finale da brividi che non lascia spazio all’immaginazione nel presentarci il quadro estremamente accurato di un mondo che conosciamo benissimo ma che comprendiamo sempre meno. Radical Choc fotografa il presente, Covid-19 compreso, a futura memoria di dove eravamo nel 2020: stretti davanti alla televisione in attesa di sapere dai competenti se potremo o meno predisporre il cenone di Natale.

[Foto di copertina: La cattedrale di Notre-Dame durante l’incendio del 15 aprile 2019 via nbcnews.com (Thierry Mallet / AP)]

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