Asterios Polyp

di Ferruccio Mazzanti

Asterios Polyp, David Mazzucchelli, Coconino Press, 2012

Siamo sempre più abituati a storie lineari per facilitare la fruizione da parte dei lettori (il così detto realismo lineare), dato che i lettori sono spesso considerati come persone che necessitano di un qualche aiutino per capire le vicende che stanno leggendo; oppure, per chi tenti la via dell’avanguardia, a strutture narrative che emulano l’andamento di internet, dove si passa da uno stile all’altro, da un tema all’altro, con la velocità di un clic. Questa seconda via genera spesso degli andamenti narrativi caratterizzati da piccoli quadretti che si tengono insieme solo ed esclusivamente perché si considerano come lo sfondo ambientale sul quale accadono le vicende dell’esistenza contemporanea. Se un tempo la natura era caratterizzata da alberi, montagne e oceani, dalla seconda metà del novecento si è arricchita con elementi quali la radio, i programmi televisivi e internet, da considerarsi come un cardine mimetico della produzione artistica. Dunque la mancanza di nessi logici tra le parti può sussistere solo perché le parti vivono dentro a un calderone che segue le leggi di un social network.

Questo sperimentalismo contemporaneo viene considerato come realismo, senza però tener presente che non indaga la verità dell’algoritmo che mette in scena i vari momenti della narrazione, ma solo gli effetti che quelle scene determinano nei fruitori. In sostanza ci si limita a riportare la sensazione di confusione emotiva che si prova quando si passa da un post sui gattini a un post sui profughi, senza mai guardare alle motivazioni di quella intelligenza artificiale che decide di mostrarci di volta in volta quello che ci mostra. La cosa potrebbe anche andar bene se ci fosse la giusta consapevolezza, ma la sensazione è che ci si limiti a trascrivere tutto sommato, senza andare molto oltre al postmodernismo statunitense nato negli anni cinquanta e dichiarato morto nei tardi anni dieci proprio in nome di un nuovo realismo che di realistico ha il solo fatto di aver cambiato lo statuto ontologico al cyberspazio. Insomma si replica la logica dei mass media senza aver sviluppato nessun punto di vista sui mass media.

A ben guardare, però, ci sarebbe una terza via, molto meno alla moda, molto più difficile da realizzare e molto più innovativa, ovvero l’eclettismo stilistico non come specchio della realtà odierna, ma come introspezione dei personaggi. Un esempio bellissimo e riuscitissimo di questa strada narrativa veramente avanguardistica è Asterios Polyp di David Mazzucchelli, che riesce nell’intento di creare un’opera coesa partendo da centinaia di stili differenti, senza per questo doversi arrampicare sugli specchi della mimesi e proprio per questo riuscendo ad essere infinitamente più mimetico. Non a caso Mazzucchielli ha impiegato dieci anni per concludere questa graphic novel e il risultato è un’opera che si sorregge da sola con una coerenza unica, ma al contempo ci racconta di un fenomeno esistenziale di cui tutti siamo a conoscenza ma che è talmente etereo da essere indicibile nella sua ovvietà.

La trama è piuttosto semplice e lineare: un professore di architettura di un certo successo accademico, ovvero un teorico, perde tutto, compresa la casa. A cinquant’anni non gli rimane che partire e ricostruirsi una vita.
Di cosa parla realmente questo libro: delle differenze caratteriali tra le persone e della ricerca interiore per far sì che queste differenze possano essere addomesticate per poter coesistere con altri individui, non solo il partner, ma anche gli amici, i datori di lavoro, i passanti. In sostanza pone due modelli di vita contrapposti tra loro: quello di un personaggio sicuro del proprio stile e per questo non bisognoso di smussarlo a quello di un fallito che deve adeguare la propria forma interiore agli altri. Ne viene fuori un romanzo di formazione di una delicatezza rara, nonostante il continuo variare degli stilli sballotti da una parte all’altra il lettore. La coesione interna è determinata dal fatto che l’eclettismo non è mimetico, ma è una metafora per dire altro, un altro indicibile che è il vero elemento mimetico di questa storia. In parole povere Asterios Polyp è un perfetto esempio di quel realismo che usa il frenetico cambiamento di stile non per dimostrare di essere bravo e al passo coi tempi, bensì per mostrarci qualcosa di noi e di tutte le persone che ci stanno accanto.

[Immagine di copertina tratta dalla graphic novel Asterios polyp]

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