“Mi viene difficile scrivere di Enne, in quanto ho la sensazione che usare altre parole, rispetto a quelle scelte da Valentina Durante per raccontare questa storia, rasenti il sacrilegio. Immagino di sentirmi così perché leggendo questo romanzo epistolare mi sono imbattuta in un linguaggio essenziale e come distillato, in cui ogni singolo vocabolo dà l’impressione di essere stato selezionato attentamente in quanto indispensabile”.
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