Galline sotto la pioggia

di Il Mondo o Niente

di Mario Greco

Nella notte, il vento si è portato via il tetto del ricovero delle galline. Una lamiera spessa, fissata con chiodi da 20. Ha spezzato in due anche un pero carico di frutti giunti quasi alla completa maturazione. Le galline sono fradicie e spaventate. Stanno raggruppate in un angolo e scuotono le ali. Del tetto nessuna traccia. Sparito nel nulla. Marito e moglie raccolgono le pere e poi le vanno ad adagiare sopra a delle coperte, in una stanza vuota. Nel pomeriggio riprende a tirare vento e a piovere.
«Che estate pazza» dice lui.
 «Chissà se la prossima ci saremo ancora» dice lei.
«La solita ottimista.»
«Realista.»
«Menagramo.»
Continuano così, con i loro amorevoli battibecchi, fino all’ora di cena, tra continue folate di vento e improvvisi rovesci di pioggia. Mangiano su un piccolo tavolo davanti alla finestra che dà sull’orto. «Povere galline» fa lui.
Guardano la TV e si addormentano sul divano. Poi a letto non riescono più a prendere sonno. Per fortuna il vento si è placato e non piove più. Ogni tanto tra le nuvole appare perfino la luna. La vedono dalla finestra. Lui si ostina a tenere la persiana sollevata. Ha fatto sempre così. Vuole vedere la luna, le stelle, i fulmini, gli uccelli che all’alba si posano sui rami del noce. È un tipo romantico, ma fa finta di arrabbiarsi se lei glielo dice. Lei ha voglia di parlare. Mentre lei parla, lui pensa a come rifare il tetto sul pollaio. Lei parla delle solite cose che non aiutano certo a conciliare il sonno. Morte, malattie, oscuri presagi. Alla sua stessa età sua madre perse la memoria. Non ricordava più nulla, non riconosceva più il marito, i figli. Lei è sicura che è destinata a fare la stessa fine. «Il destino è nei nostri geni» dice. «Ho gli stessi occhi di mia madre, le stesse mani artritiche.» Lui le dice di smetterla. Dice che suo padre è morto a quarant’anni e lui adesso ne ha il doppio. Lei ogni sera si prepara una tisana, la tiene sul comodino e la sorseggia lentamente. Quando beve fa una specie di risucchio che a lui ha sempre dato un po’ di fastidio. Lui pensa al tetto per le galline. Nel garage ha delle tegole, ma non bastano. Ha anche una lastra di plexiglass, ma è troppo sottile e trasparente. Ha dei listelli di legno, ma che può fare con quelli? Lui pensa al tetto per le galline e sua moglie pensa al modo più semplice per togliersi la vita. Sa benissimo che non avrebbe mai il coraggio di farlo, ma ci pensa lo stesso. Col veleno, con una buona dose di barbiturici, o col gas? Finisce di bere la tisana, chiude gli occhi e fa finta di morire.

[Immagine di copertina di Salvatore Giovanni Scognamiglio]

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